Il governo degli Stati Uniti sta valutando la creazione e la gestione di un magazzino di asset digitali. Tuttavia, non tutte le nazioni adottano una visione positiva nei confronti delle criptovalute. La Corea del Sud, in particolare, ha recentemente manifestato il proprio scetticismo riguardo all’inclusione del bitcoin (BTC) o di altre criptovalute nelle proprie riserve valutarie.
La posizione della Banca di Corea
Secondo quanto riportato da diverse fonti locali, la Banca di Corea ha espresso chiaramente il proprio punto di vista in seguito a un’interrogazione di un membro del Parlamento. Nella sua risposta, l’ente ha affermato di non aver mai considerato l’idea di inserire il bitcoin tra le proprie riserve, sottolineando l’importanza di affrontare il tema dell’accumulo di BTC con cautela per diverse ragioni.
Volatilità e rischi del bitcoin
Una delle principali preoccupazioni della Banca di Corea riguarda l’elevata volatilità del bitcoin. Il valore di questa criptovaluta è noto per le sue fluttuazioni estreme; ad esempio, nelle ultime settimane, il prezzo è sceso da un massimo di 109.000 dollari a un minimo di 76.700 dollari, per stabilizzarsi attorno agli 83.500 dollari, con una leggerissima diminuzione nelle ultime 24 ore. La banca avverte che i costi di transazione potrebbero essere notevolmente elevati a causa dell’instabilità del mercato al momento della vendita di BTC, con il rischio di possibili perdite future.
Requisiti del FMI e riserve valutarie
Inoltre, la Banca di Corea ha messo in evidenza che il bitcoin non rispetta i criteri stabiliti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per essere incluso nelle riserve valutarie. Per essere considerate valide, le riserve devono essere pronte all’uso immediato, avere un rating di credito almeno investibile, possedere liquidità e commerciabilità, e poter essere espresse in una valuta convertibile. Secondo l’ente sudcoreano, il bitcoin non soddisfa tali requisiti, escludendolo di fatto dalle proprie riserve.
Il dibattito interno e il contesto internazionale
La posizione espressa dalla banca centrale della Corea del Sud si colloca in un periodo in cui vari esperti finanziari e alcuni membri del partito Democratico sollecitano la creazione di una riserva strategica di bitcoin nel Paese, in risposta alle iniziative degli Stati Uniti. Tuttavia, le opinioni cautelative di istituzioni come la Banca Centrale Europea e la Banca Nazionale Svizzera rafforzano la posizione conservativa della Corea del Sud in merito a questo tema.