Negli Stati Uniti, le imprese operanti nel settore delle criptovalute stanno investendo ingenti somme nella campagna elettorale del presidente Donald Trump, in vista della sua candidatura per le elezioni del 2024. Questi contributi hanno superato i 144 milioni di dollari, ma un rapporto del Center for Political Accountability (CPA) esprime preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi legati a questa spesa politica eccessiva, descrivendola come una minaccia per la stabilità del settore.

La ricerca di deregolamentazione

Il rapporto sottolinea come le aziende di criptovalute stiano tentando di ottenere una deregolamentazione attraverso contributi politici opachi e irresponsabili. Questa pratica ha portato a segnali d’allerta da parte dei regolatori, minando la fiducia del pubblico e degli investitori nella solidità a lungo termine delle stesse aziende.

I principali donatori della campagna

Durante la campagna per la rielezione di Trump, la spesa politica nel settore delle criptovalute ha raggiunto cifre record. Coinbase e Ripple si sono distinte come le maggiori donatrici, con Coinbase che ha stanziato oltre 79 milioni di dollari e Ripple più di 63 milioni. Tra le donazioni, Coinbase ha contribuito con 1 milione di dollari al comitato di inaugurazione di Trump, mentre Ripple ha elargito 5 milioni in asset digitali. Anche i fondatori di Gemini, Tyler e Cameron Winklevoss, hanno donato 1 milione di dollari in Bitcoin, superando i limiti legali e ricevendo rimborsi superiori a 300.000 dollari.

Le controversie legali

È importante notare che queste aziende non sono state esenti da controversie legali. Ad esempio, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha accusato Coinbase, nel giugno 2023, di operare come un mercato di titoli non registrato. Anche Ripple è coinvolta in una battaglia legale che si protrarrà fino ad agosto 2024.

I rischi di una spesa incontrollata

Il rapporto del CPA mette in guardia sugli effetti negativi di un finanziamento politico rischioso, che potrebbe compromettere non solo il futuro delle singole aziende, ma anche quello dell’intero settore delle criptovalute. Viene evidenziato come gli approcci che favoriscono guadagni a breve termine a discapito della trasparenza e della legalità portino a conseguenze gravi, come attacchi da parte dei regolatori e una riduzione della fiducia pubblica.

Questioni etiche e trasparenza

Inoltre, il rapporto solleva interrogativi etici riguardo a possibili conflitti d’interesse all’interno dell’amministrazione Trump, in particolare attraverso la figura di David Sacks, descritto come “crypto czar”, il quale potrebbe trarre vantaggi significativi dalla creazione di una riserva federale di Bitcoin.

Conclusione

Il CPA conclude sottolineando che per garantire la legittimità delle criptovalute nel panorama finanziario, è essenziale un aumento della trasparenza e della responsabilità. Senza queste misure, sia il futuro delle aziende del settore che la fiducia di investitori e utenti sono a rischio. L’assenza di regole chiare e di un approccio trasparente potrebbe, infatti, portare a una crisi devastante per l’intera industria.