Cameron Winklevoss, uno dei fondatori della piattaforma di scambio di criptovalute Gemini, ha recentemente comunicato che l’indagine condotta dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti nei confronti del suo exchange è giunta a conclusione. Secondo Winklevoss, non verranno intraprese azioni di enforcement nei suoi confronti. Questa notizia arriva quasi due anni dopo l’inizio delle indagini e oltre nove mesi dopo che Gemini ha ricevuto un Wells Notice.

La fine di un'epoca per il settore delle criptovalute

Winklevoss ha interpretato la decisione della SEC come un’importante vittoria, dichiarando che rappresenta la “fine della guerra contro le criptovalute”. Ha fatto riferimento a situazioni simili, come il ritiro della causa contro Coinbase e la chiusura delle indagini su altre piattaforme come OpenSea, Robinhood e Uniswap. Tuttavia, pur riconoscendo questi progressi, ha evidenziato come tali esiti non possano risarcire i danni finanziari e di reputazione subiti dall’intero settore delle criptovalute.

Le ripercussioni delle indagini

Secondo quanto dichiarato da Winklevoss, Gemini ha affrontato spese legali enormi, ammontanti a decine di milioni di dollari, e ha perso centinaia di milioni di dollari in termini di produttività e innovazione. L’impatto delle regolamentazioni da parte della SEC, a suo avviso, ha soffocato il settore, dissuadendo ingegneri e imprenditori dall’intervenire nel campo delle criptovalute e ostacolando così la nascita di nuovi progetti. La mancanza di una normativa chiara ha creato un contesto in cui le startup si sono trovate a operare in un ambito incerto, piuttosto che focalizzarsi sullo sviluppo tecnologico.

Proposta di riforma del sistema regolatorio

A fronte di quello che considera un’eccessiva regolamentazione, Winklevoss ha avanzato delle proposte di riforma per garantire la responsabilità delle agenzie nelle loro azioni. Ha suggerito di istituire una politica di risarcimento che obbligherebbe le agenzie a coprire tre volte i costi legali sostenuti dalle aziende coinvolte in azioni di enforcement, qualora manchino regole chiare. Ha anche chiesto la rimozione immediata pubblica di funzionari della SEC ritenuti responsabili di indagini ingiustificate, richiamando alla responsabilità personale per i casi che non erano giustificati.

Un appello per un cambiamento radicale

Winklevoss ha richiesto, inoltre, un divieto a vita per individui come l’ex presidente della SEC, Gary Gensler, che abbiano “armi in mano la legge”, da future cariche pubbliche. Ha sottolineato che la ricostruzione della fiducia e dell’integrità nelle agenzie federali è possibile solo se vengono imposte conseguenze vere per chi agisce in mala fede. “L’operazione Chokepoint non si è conclusa con la sua prima fase. È andata avanti verso una seconda fase perché non è stato fatto abbastanza per tenere i burocrati responsabili delle loro azioni durante la prima fase. E ci sarà una terza fase a meno che non ci sia un autentico confronto pubblico con la seconda.”