Brian Moynihan, il CEO di Bank of America, ha recentemente affrontato la questione delle criptovalute e del loro impatto sul settore bancario in un’intervista durante il World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Ha evidenziato come il settore sia disposto a integrare le criptovalute nelle sue operazioni, a condizione che venga fornito un quadro normativo adeguato.
L'importanza di un quadro normativo
Moynihan ha sottolineato che la presenza di regolamenti chiari e definiti permetterebbe alle banche di avvicinarsi con più serietà al mondo delle criptovalute. Se queste regole venissero stabilite e le criptovalute venissero riconosciute come strumenti legittimi per condurre affari, l’industria bancaria si mobiliterebbe notevolmente. Ha dichiarato: “Se le normative sono in atto e rendono le criptovalute fattibili per le transazioni, osserviamo un grande impegno da parte del sistema bancario”.
La posizione di Bank of America sulle criptovalute
Inoltre, Moynihan ha messo in luce gli investimenti di Bank of America nella tecnologia blockchain, con centinaia di brevetti acquisiti in questo settore. Attualmente, la maggior parte delle transazioni della banca avviene in formato digitale. Quando gli è stata rivolta una domanda sulle criptovalute e in particolare su Bitcoin, il CEO non ha mostrato apprensioni, definendo gli asset digitali come semplici metodi di pagamento alternativi, al fianco di opzioni affermate come Visa, Mastercard e Apple Pay.
Cautela nel settore bancario
Nonostante le dichiarazioni di Moynihan, il clima nel settore rimane cauto, principalmente a causa delle incertezze legate alla normativa. Sono arrivati, per esempio, i commenti critici di Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, il quale definisce Bitcoin privo di valore, e ne sottolinea l’uso illecito. Tuttavia, Dimon riconosce anche il potenziale della tecnologia blockchain, parlando di una futura valuta digitale negli Stati Uniti.
La sfida della regolamentazione
Le banche americane si trovano ad affrontare ulteriori complicazioni dovute a iniziative provenienti dall’amministrazione Biden, che ha previsto “Operation Choke Point 2.0”, un programma finalizzato a ridurre lo sviluppo dei servizi
collegati alle criptovalute. Tra le nuove regolazioni c’è la bulletina contabile della SEC SAP 121, che costringe le istituzioni finanziarie a trattare le criptovalute detenute dai clienti come passività, rendendo più difficile l’offerta di servizi in relazione a queste valute.
Sforzi in direzione di un cambiamento normativo
A oggi, gli sforzi per affrontare queste barriere normative, incluse le risoluzioni del Senato, non hanno portato a risultati concreti. Nel mese di maggio, c’è stata una proposta per eliminare il divieto che impedisce alle banche di fornire servizi di custodia per criptovalute. Recentemente, un gruppo di legislatori repubblicani ha chiesto alla SEC di riconsiderare la norma SAB 121, definendola come “disastrosa”.
Uno sguardo al futuro
Tuttavia, è possibile che il panorama normativo possa subire modifiche con un potenziale ritorno dell’ex presidente Donald Trump, il quale potrebbe delineare nuove linee guida per gli asset digitali. Rimangono però interrogativi su come la sua amministrazione gestirà tali regolamentazioni, specialmente visto che le criptovalute non sono state incluse negli ordini esecutivi firmati nel suo primo giorno di mandato.