Il governo russo ha annunciato un blocco significativo nel settore del mining di Bitcoin, con effetti a partire dal 1 gennaio 2025. La misura, che durerà sei anni, si inserisce in una strategia più ampia di gestione dei consumi energetici e di contrasto alle disuguaglianze economiche nelle aree più vulnerabili del paese. Le regioni colpite dal divieto comprendono realtà già fragili sul piano economico e sociale, creando polemiche e discussioni sulle motivazioni e sulle implicazioni del provvedimento.
Le regioni interessate dal divieto
Il divieto riguarderà diverse aree considerabili a rischio, tra cui la Cecenia, la Repubblica Popolare di Lugansk, il Kabardino-Balkaria, l’Ossezia del Nord, Kherson, la Repubblica Popolare di Donetsk, il Karachay-Cherkessia, Zaporizhia, il Daghestan e l’Ingushetia. Inoltre, sono previste limitazioni temporanee nel mining per regioni come Irkutsk, Buryatia e Zabaikal Krai. Nonostante la natura radicale di questo intervento, il governo ha comunicato che potrebbero esserci delle revisioni a seconda delle analisi effettuate dal comitato per il consumo energetico.
Critiche al provvedimento
Le reazioni a questo divieto sono state in gran parte critiche, spesso basate sul sospetto di favoritismi, dal momento che molte delle zone colpite rientrano in territori recentemente annessi. La guerra in Ucraina ha comunque messo a dura prova le risorse energetiche di questi territori, rendendo necessario un intervento per regolamentare e razionalizzare il consumo. Scopo del divieto è quindi quello di garantire una certa stabilità energetica e affrontare le disparità economiche esistenti in queste aree danneggiate dal conflitto.
Il consumo energetico del mining di criptovalute
Il mining di criptovalute, e in particolare quello che utilizza il meccanismo di consenso proof-of-work, è noto per il suo impatto elevato sui consumi energetici. Nel solo anno 2024, il consumo globale di energia per le operazioni legate a Bitcoin ha superato i 150 terawattora, una quantità equivalente a quella consumata da paesi di media grandezza come l’Argentina o da circa 14 milioni di famiglie statunitensi.
Trend e regolamentazioni globali nel mining
Negli ultimi dieci anni, la questione del consumo energetico nel settore del mining è diventata sempre più rilevante per i regolatori di tutto il mondo. Nel 2022, ad esempio, il Kosovo ha deciso di vietare completamente il mining di criptovalute durante una delle sue più acute crisi energetiche. Anche paesi con economie solide come Germania, Francia e Cina hanno introdotto normative rigorose per gestire l’uso dell’energia legato a queste attività e per rispondere a preoccupazioni di tipo ambientale.