L’amministratore delegato di Ripple, Brad Garlinghouse, è intervenuto durante un’intervista a 60 Minutes per rispondere alle dichiarazioni dell’ex funzionario della SEC, John Reed Stark, che ha definito le criptovalute una “piaga” priva di utilità reale. Il confronto tra le due visioni ha messo in luce la crescente polarizzazione sul tema delle criptovalute e del loro ruolo nell’economia globale.

Le critiche di John Reed Stark

John Reed Stark, ex ufficiale della Securities and Exchange Commission (SEC), ha espresso un’opinione fortemente negativa sulle criptovalute. Durante l’intervista, ha affermato che il settore è basato esclusivamente sulla speculazione e privo di fondamenta solide:

“Le criptovalute sono una piaga. Non è qualcosa che si vuole nella propria società. Sono pura speculazione. Non esistono bilanci o rendiconti finanziari per le criptovalute.”

Stark ha inoltre ribadito la sua convinzione che XRP, il token associato a Ripple, debba essere considerato un titolo finanziario (security) secondo le leggi statunitensi.

La risposta di Brad Garlinghouse

Brad Garlinghouse ha risposto con fermezza alle critiche di Stark, sottolineando l’importanza delle criptovalute come soluzione ai limiti del sistema finanziario tradizionale. Ha paragonato lo sviluppo delle criptovalute a quello di Internet negli anni ‘90, quando molti ne sottovalutavano il potenziale o lo consideravano uno strumento per attività illecite:

“Guardate dove si trova oggi Internet.”

Garlinghouse ha evidenziato come sempre più aziende e persino governi stiano adottando la tecnologia blockchain e le criptovalute. Ha citato l’esempio di JPMorgan, che sta esplorando attivamente l’uso della blockchain, e ha sottolineato la necessità di una regolamentazione chiara e favorevole per il settore:

“Non abbiamo chiesto di essere deregolamentati. Abbiamo chiesto regole chiare da seguire.”

Ha inoltre ricordato che Ripple utilizza XRP per elaborare miliardi di dollari in transazioni conformi alle normative KYC (Know Your Customer) per clienti istituzionali, dimostrando che l’industria delle criptovalute non è esclusivamente legata ad attività illegali.

Il caso Ripple vs SEC

Garlinghouse non ha mancato di menzionare la recente vittoria legale di Ripple contro la SEC, in cui un tribunale ha stabilito che XRP non è un titolo finanziario. Ha criticato Stark per aver ignorato questo risultato nella sua analisi:

“Il fatto che la sentenza abbia dichiarato che XRP non è una security è stato sorprendentemente omesso.”

Garlinghouse ha poi sollevato una domanda cruciale sul futuro delle criptovalute negli Stati Uniti:

“Gli Stati Uniti sono meglio serviti creando regole chiare che permettano all’industria di prosperare in patria? Oppure spingendo questo settore all’estero dove le persone sono meno protette?”

Conclusioni

L’intervista ha evidenziato il contrasto tra chi vede le criptovalute come una minaccia e chi le considera un’opportunità per innovare il sistema finanziario globale. La posizione di Garlinghouse e i successi legali ottenuti da Ripple rafforzano l’immagine positiva dell’azienda e del settore delle criptovalute in generale, soprattutto in un momento in cui si attendono regolamentazioni più favorevoli con la nuova amministrazione statunitense.

Questo dibattito riflette non solo la complessità della regolamentazione delle criptovalute, ma anche il loro crescente ruolo nell’economia moderna.