Il Financial Times (FT) ha recentemente pubblicato una sorta di “scuse” dopo che Bitcoin ha superato la soglia dei 100.000 dollari il 5 dicembre 2024. Le reazioni a questo articolo, apparso su FT Alphaville, sono state varie e spesso critiche, rivelando una profonda spaccatura tra le affermazioni del quotidiano e la realtà del mercato delle criptovalute.
Le “scuse” del FT
L’articolo in questione, redatto da Bryce Elder, City Editor di FT Alphaville, è stato presentato come una richiesta di scuse per chi, negli ultimi 14 anni, ha seguito la narrativa critica del Financial Times nei confronti di Bitcoin e ha scelto di non investire. Elder ha espresso rammarico per coloro che, influenzati dalla copertura della pubblicazione, non hanno sfruttato l’incredibile aumento di valore di Bitcoin, utilizzando un tono che molti hanno interpretato come sarcastico.
“Ci dispiace se in qualsiasi momento negli ultimi 14 anni hai scelto, in base alla nostra copertura, di non acquistare una cosa il cui numero è aumentato. È bello quando il tuo numero aumenta”, ha affermato Elder, insinuando un contrasto con la filosofia della finanza tradizionale.
“Ci dispiace se hai frainteso il nostro cinismo nei confronti delle criptovalute come una dichiarazione di sostegno al tradfi, perché detestiamo anche questo.”
Nonostante il tentativo di apparire conciliatori, il modo in cui l’articolo è stato scritto ha sollevato sospetti e scetticismo tra i sostenitori di Bitcoin, designato più come una frecciatina che come una vera ammissione di errore. È significativo notare che il FT ha critico Bitcoin fin dal suo primo articolo nel 2011, quando il valore della criptovaluta era di soli 15,90 dollari. Nella sua dichiarazione, il FT ha ribadito posizioni precedenti, descrivendo Bitcoin come un “gioco a somma negativa” e affermando che il suo valore era slegato dalla reale utilità.
Reazione negativa della comunità
La risposta della comunità delle criptovalute è stata prevalentemente negativa. Gli appassionati di Bitcoin hanno criticato il Financial Times su piattaforme come X, deridendo quella che hanno definito una “Cope-Pology”, piuttosto che una vera e propria scusa. Alcuni utenti hanno definito le scuse come “la scusa più salata e meschina” mai vista, evidenziando l’apparente mancanza di umiltà da parte della pubblicazione nel riconoscere i propri errori.
Il Financial Times ha una lunga storia di critiche verso Bitcoin. Nel 2014, ad esempio, ha pubblicato un articolo che paragonava il creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, a un medico che somministra trattamenti senza una diagnosi adeguata. Questo approccio ha alimentato ancora di più il dibattito sull’affidabilità delle valutazioni della pubblicazione nei confronti delle criptovalute.
In conclusione, la provata incapacità del Financial Times di adeguarsi alla crescente popolarità di Bitcoin e la conseguente risposta della comunità mostrano come vi sia una frattura evidente tra le istituzioni tradizionali e il mondo delle criptovalute. L’attuale situazione di Bitcoin sta continuando a mettere in discussione le narrazioni consolidate e a spingere per una rivalutazione delle posizioni assunte dagli analisti e dai media nel corso degli anni.