Nella giornata di ieri, giovedì 3 marzo 2022, sui social si è diffusa la notizia che gli utenti venezuelani non potevano più accedere alle loro criptovalute tramite Metamask, in quanto l’applicazione rispondeva che il servizio non era disponibile in Venezuela.

Dato che non stiamo parlando di un exchange, la situazione è parsa subito paradossale: chi può vietare l’accesso alla blockchain se questa è decentralizzata?

In realtà, la situazione è leggermente diversa: Ethereum è assolutamente decentralizzata e nessuno può controllarla. Per accedere alla rete creata da Vitalik Buterin ci sono tantissimi nodi. Metamask utilizza quello di Infura, una società americana che ha scelto di bloccare le connessioni provenienti dal Venezuela.

Successivamente, la stessa Infura ha eliminato le restrizioni verso gli utenti venezuelani, spiegando che si era trattato di un errore. In ogni caso resta il fatto che Infura non garantisce un servizio libero ai propri utenti. Sull’argomento, la società americana si è giustificata lasciando intendere che gli Stati Uniti stanno cercando di regolamentare anche i nodi decentralizzati.

“Infura monitora da vicino le modifiche ai programmi di sanzioni statunitensi annunciati dall’Office of Foreign Assets Control e adatta in modo restrittivo i suoi controlli interni per conformarsi alla legge. Attualmente, quelle regioni sono Iran, Corea del Nord, Cuba, Siria e Crimea, Donetsk e Luhansk in Ucraina”.

ConsenSys, controllante di Infura

Metamask è decentralizzato?

Qualcuno potrebbe pensare che la fine della decentralizzazione sia vicina, invece non è così. Il fatto che metamask utilizzi un nodo che applica sanzioni non significa che l’applicazione sia centralizzata. Nelle impostazioni avanzate dall’applicazione è infatti possibile cambiare il nodo a cui collegarsi, scegliendone un altro più sicuro.

Ricordiamo inoltre che le criptovalute non si trovano nel wallet di Metamask, ma sulla blockchain. È quindi possibile importare la private key in un altro wallet e recuperare le proprie criptovalute.

Oltre a questo, non bisogna dimenticare che i wallet sono applicazioni che rendono più semplice l’accesso alla blockchain. Potenzialmente, un utente potrebbe accedere alla blockchain senza usare un wallet ma collegandosi direttamente alla rete tramite codice. I nodi Ethereum sono tantissimi e sparsi in tutto il mondo, è quindi impossibile bloccare realmente gli utenti di un paese. Se per assurdo tutti i nodi al mondo bloccassero gli utenti di un paese, basterebbe creare un nuovo nodo all’interno del paese bloccato.

Questo tentativo di applicare sanzioni da parte del governo americano non può realmente bloccare le criptovalute, anche perché le blockchain non sono di proprietà degli Stati Uniti. Un concetto difficile da comprendere per un governo abituato ad avere in casa le maggiori aziende informatiche al mondo come Google, Amazon, Apple e Microsoft, ma la forza delle criptovalute è proprio la decentralizzazione che toglie il potere ai governi di qualsiasi paese.