Martedì 8 febbraio, in una giornata non propriamente positiva per il mercato delle criptovalute, Unus Sed Leo (LEO) ha quasi raddoppiato il suo valore, confermando un trend molto positivo che lo ha portato in pochi giorni a valere oltre 7 dollari rispetto ai 3 dei giorni scorsi.
Molti trader sono rimasti sorpresi da questa prestazione, anche considerando che LEO non è un token particolarmente popolare. Ancora più sorprendente sarà sapere che il suo valore è aumentato grazie all’intervento indiretto dell’FBI.
Per capire come l’FBI possa aver influenzato sul valore di LEO è necessario fare qualche passo indietro e raccontare una storia che non tutti conoscono o ricordano.
L’hack di Bitfinex e la nascita di LEO
Nel 2016 degli hacker riuscirono a violare la sicurezza di Bitfinex, uno degli exchange più antichi di sempre fondato nel 2014. Tramite questo attacco vennero rubati 120 mila Bitcoin.
Successivamente Ifinex, la società che controlla Bitfinex, subì una multa molto pesante che, unita alle perdite dovute dall’hacking precedente, rischiava di far fallire l’exchange.
Nel 2019, per evitare la bancarotta, Bitfinex creò Unus Sed Leo (LEO), un token che aveva fondamentalmente lo scopo di salvare le finanze della società. Emesso al prezzo fisso di 1 dollaro per LEO, Bitfinex si impegnava a riacquistare tutti i LEO in circolazione fino alla totale scomparsa di questo token, investendo ogni mese il 27% dei profitti prodotti dall’exchange.
LEO è quindi qualcosa di simile ad una obbligazione nel mercato finanziario tradizionale. Nel corso del tempo sono state aggiunte ulteriori feature, come ad esempio l’avere accesso a sconti sulle commissioni di trading riservati ai possessori del token in questione.
L’FBI recupera i BTC rubati
Nella giornata di ieri l’FBI ha comunicato di aver recuperato 94.000 dei 120 mila Bitcoin rubati nel 2016 a Bitfinex. La polizia è riuscita a recuperare le chiavi private dei conti degli hacker e ora ha pieno controllo delle somme sequestrate, che presumibilmente verranno restituite a Bitfinex.
Questa situazione ha spinto molti speculatori ad acquistare in massa il token LEO. Se infatti Bitfinex entrasse in possesso di una così grossa quantità di BTC, teoricamente dovrebbe utilizzarli per riacquistare gran parte (se non tutti) i LEO ancora in circolazione.
Oltretutto, il whitepaper di Unus Sed Leo prevede che Bitfinex riacquisti i suoi token a qualsiasi prezzo di mercato avranno raggiunto, senza alcun limite.
Ovviamente nel mondo delle criptovalute non mancano mai i colpi di scena, quindi prima di investire tutto il proprio patrimonio in LEO, sarebbe il caso di valutare tutti gli scenari possibili. Innanzitutto Bitfinex non ha ancora ricevuto indietro i suoi Bitcoin, anche se non dovrebbe esserci motivo da parte dell’FBI per non consegnarli. Oltretutto, non è detto che Bitfinex li spenda subito tutti per acquistare LEO. Teoricamente l’impegno è di spendere il 27% dei guadagni mensili, non il 100%. Oltretutto, trattandosi di soldi non derivanti dalle commissioni e dai profitti generati dall’exchange, Bitfinex potrebbe non includerli nel conteggio dei profitti mensili per il riacquisto di LEO.