Il rapporto fra Bitcoin e Cina è sempre stato ambiguo e conflittuale. Una moneta indipendente e anonima non può esistere in una dittatura. In questi anni molte volte il governo cinese aveva imposto restrizioni alle criptovalute, ma ufficiosamente venivano tollerate in quanto è indubbio che, grazie al mining, svariati miliardi di dollari sono entrati nella Repubblica Popolare Cinese.
Ora il governo ha deciso di chiudere definitivamente questa situazione ambigua. Nelle settimane scorse è stato vietato il mining delle criptovalute, che ha portato ad un crollo dell’hashrate legato al mining di Bitcoin e Litecoin. Ora la Banca Centrale Cinese ha annunciato che le banche non dovranno permettere le transazioni legate all’acquisto di criptovalute.
Nello specifico, la People’s Bank of China (PBOC) ha affermato che le banche non dovranno fornire prodotti o servizi come il trading, il clearing (scambio titoli) e il settlement (chiusura contratti) per le transazioni legate alle criptovalute.
Le banche dovranno anche assicurarsi di identificare i conti degli exchange di crypto e bloccarne tutti i trasferimenti da parte dei correntisti cinesi.
La notizia ha ovviamente portato ad un crollo del mercato delle criptovalute, in quanto gli investitori cinesi sono corsi a vendere le loro criptovalute e a chiudere le posizioni aperte sugli exchange. Il cambio BTC/USD è sceso del 12% in poche ore e adesso scambia 32 mila dollari.
Sebbene già in passato la PBOC si fosse schierata contro le crypto, l’ultima dichiarazione arriva dopo aver consultato la Industrial and Commercial Bank of China, la Agricultural Bank of China, la Construction Bank, la Postal Savings Bank, la Industrial Bank e persino Alipay, il network di pagamenti virtuali del gruppo Alibaba.
La banca centrale ha notato il clamore che circonda le transazioni in valuta virtuale e le ha identificate come un rischio per transazioni transfrontaliere illegali e riciclaggio di denaro, nonché un affronto all’ordine economico e finanziario del paese.
Le istituzioni finanziarie e le banche hanno concordato di adottare le misure necessarie in linea con le linee guida della PBOC, ha affermato. Anche la Cassa di risparmio postale cinese ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che adotterà misure per vietare le attività commerciali legate alla valuta virtuale.
Sebbene questi divieti hanno portato ad un crollo del mercato delle criptovalute, molti analisti ritengono che a questa situazione seguirà una nuova crescita del mercato, con un controllo maggiormente occidentale, che potrebbe avvicinare di più le istituzioni. Molti grossi investitori europei ed americani erano infatti restii ad entrare nel mondo delle criptovalute, proprio perchè il controllo del mercato e delle attività di mining era sproporzionatamente sbilanciato verso la Cina.
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