Il regolatore dell’energia per la provincia cinese Sichuan, ha organizzato per il 2 giugno un meeting con le principali compagnie energetiche, per discutere la situazione mining.

Attualmente Sichuan è la seconda maggiore provincia cinese per hashrate prodotto dai miner, grazie ai costi dell’elettricità fra i più economici della Repubblica Popolare Cinese.

Questa notizia arriva dopo la decisione di settimana scorsa da parte della Mongolia Interna, la prima regione cinese per hashrate, di bannare il mining nel proprio territorio.

Ricordiamo che questi interventi sono partiti in seguito ad una direttiva del governo nazionale cinese che ha deciso di imporre una stretta sull’inquinamento prodotto dal mining.
A tal proposito, una notizia che spesso viene ignorata dai principali media, è che il ban riguarda soltanto i privati e le mining farm basate sull’elettricità prodotta dal carbone.
I miner che utilizzano energia rinnovabile, quindi, potranno continuare il loro lavoro senza doversi trasferire in altri stati.