Negli ultimi giorni, abbiamo vissuto una settimana caratterizzata da significative oscillazioni nei mercati, un periodo da etichettare con nomi come “Manic Monday”, “Blink Wednesday” e “That Didn’t Last Long Thursday”. Tuttavia, l’andamento di oggi non sembra promettere un “Fun Friday”.

Investimenti nell’S&P 500

Una nota incoraggiante proviene da coloro che hanno deciso di investire nell’S&P 500 seguendo i consigli del presidente; al momento, si trovano in una posizione vantaggiosa. Tuttavia, il resto del panorama economico si presenta sotto una luce meno favorevole.

Fluttuazioni del dollaro e dell’euro

Il dollaro statunitense ha registrato un significativo calo, con l’indice DXY in ribasso del 3,7% rispetto a mercoledì. Nel frattempo, l’euro ha toccato il suo livello più elevato nei confronti del dollaro in tre anni, segnando un cambiamento rilevante negli scambi valutari.

Vendita sui mercati dei Treasury

I mercati dei Treasury stanno vivendo una fase di vendita intensa, anche peggiore rispetto agli eventi di martedì sera, che hanno portato a una caduta tale da costringere il presidente a rivedere la sua strategia. Il rendimento dei titoli decennali ha superato di nuovo il 4,5% giovedì mattina, con previsioni di una perdita settimanale record per i Treasury dal 2019, anno in cui la Federal Reserve ha dovuto intervenire.

Impatto delle nuove politiche fiscali

Gli analisti avvertono che i mercati stanno iniziando a comprendere che l’implementazione di una tassa di base del 10% su quasi tutti i partner commerciali, anche se migliorata rispetto ai piani originali, potrebbe comunque avere effetti negativi su inflazione e crescita economica.

Fiducia dei consumatori in calo

Anche i consumatori non mostrano segnali di ottimismo. L’indice di fiducia dei consumatori è sceso a 50,8 ad aprile, un calo significativo rispetto ai 57 di marzo e inferiore alle attese, come riporta l’Università del Michigan. Inoltre, le previsioni di inflazione per il prossimo anno sono aumentate dal 5% al 6,7%.

Situazione nella politica commerciale

In ambito commerciale, siamo tornati al punto di partenza, come prima del “Liberation Day”. I sostenitori avevano inizialmente affermato che avere un piano concreto sarebbe stato un segnale positivo, indipendentemente dalle annunciate politiche dell’amministrazione.

Attualmente, l’amministrazione ha a disposizione 88 giorni per raggiungere accordi con 150 paesi. È cruciale anche considerare la situazione con la Cina, che ha innalzato le tariffe sulle importazioni statunitensi dal 84% al 125%.

Speranze per futuri accordi

Kevin Hassett, Direttore del Consiglio Economico Nazionale, ha affermato che esiste “un grande inventario di accordi” in fase di finalizzazione. Ci auguriamo che le sue parole si dimostrino accurate, ma il messaggio della Casa Bianca della settimana scorsa ha generato qualche scetticismo.

Si consiglia quindi di prendersi una pausa durante il weekend. Speriamo che tutti possano trovare momenti di relax e ci rivediamo qui lunedì per ulteriori analisi.