Samuel Kullmann, rappresentante del parlamento del cantone di Berna in Svizzera, ha recentemente sostenuto l’adozione di una legge mirata all’esplorazione del mining di Bitcoin (BTC) come possibile strategia per gestire il surplus di produzione elettrica nella regione.
I membri del parlamento hanno incaricato il Consiglio esecutivo di elaborare un rapporto dettagliato per analizzare come il mining di Bitcoin possa sfruttare l’energia in eccesso e contribuire al rafforzamento della rete elettrica locale.
Analisi delle opportunità
Kullmann ha accolto con entusiasmo l’approvazione della proposta di legge, che ha ottenuto 85 voti favorevoli contro 48 contrari. Ha espresso gratitudine verso Dennis Porter e Julian Liniger per il loro impegno nel processo educativo. Porter è il fondatore e CEO del Satoshi Action Fund, mentre Liniger dirige l’app di custodia Bitcoin Relai.
La mozione, sostenuta da un gruppo bipartisan noto come “Parliamentary Group Bitcoin”, riflette l’interesse crescente verso il posizionamento della regione come leader nel settore finanziario in rapida evoluzione.
I sostenitori della misura ritengono che il mining di Bitcoin possa portare vantaggi economici e tecnologici, facilitando un uso più efficiente delle risorse di energia rinnovabile. Il rapporto che il Consiglio esecutivo redigerà intende identificare le aree di Berna dove l’offerta di elettricità supera la domanda locale e valutare possibili collaborazioni con le società di mining bitcoin attualmente attive in Svizzera.
In oltre, si desidera esaminare come il mining di Bitcoin possa contribuire a mantenere la stabilità della rete, soprattutto durante i periodi di fluttuazione della fornitura energetica. Non da ultimo, è importante notare che il processo di mining si basa su un algoritmo di consenso proof of work, noto per il suo elevato consumo energetico, che è essenziale per garantire la scarsità e la decentralizzazione della criptovaluta.
Esempi internazionali, come quelli forniti dal Texas, dimostrano in che modo i miner di Bitcoin possano essere considerati consumatori flessibili di energia, contribuendo a stabilizzare le reti e prevenire gli sprechi, specialmente quando l’offerta eccede la domanda.
Considerazioni critiche
Nonostante i potenziali vantaggi, il documento mette in luce anche alcune problematiche da affrontare. Il Consiglio esecutivo ha sottolineato che la maggior parte del mining di Bitcoin si svolge all’estero a causa della competitività del mercato globale dell’energia e della natura decentralizzata dell’attività.
In Svizzera, la crescente richiesta di energia elettrica — alimentata dall’urbanizzazione, dall’aumento dei data center e dalla transizione verso veicoli elettrici — esercita già una pressione significativa sulla rete. Il Consiglio ha anche espresso preoccupazioni riguardo a possibili aumenti dei costi e alla competizione per le risorse di energia rinnovabile con altri settori.
È stato enfatizzato che, essendo il Bitcoin una criptovaluta priva di corso legale in Svizzera, essa sfugge alle politiche monetarie tradizionali e pone sfide di regolamentazione. Secondo il Consiglio, dovrebbe essere il mercato a determinare l’allocazione dell’energia, lasciando il compito di gestire gli eccessi ai sistemi di stoccaggio, piuttosto che a interventi statali. Per il Consiglio, il mining di Bitcoin è una questione di portata principalmente internazionale piuttosto che regionale, e ha raccomandato di bocciare la proposta.
Nonostante queste riserve, la mozione ha trovato consenso e ha aperto un dibattito più ampio sul ruolo delle criptovalute nella promozione di un uso sostenibile delle risorse energetiche. I sostenitori vedono nel mining di Bitcoin un’opportunità per attrarre investimenti, generare posti di lavoro e valorizzare il potenziale delle energie rinnovabili non completamente sfruttato.