Introduzione
Il 7 novembre, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) ha annunciato un’iniziativa volta a raccogliere informazioni dalle persone colpite dall’attacco informatico a Bitfinex, avvenuto nel 2016. Nonostante il DOJ non riconosca formalmente alcuna “vittima” nel contesto del crimine ai sensi del Crime Victims’ Rights Act (CVRA), questa operazione si propone di ottenere dichiarazioni da parte di coloro che avrebbero subito danni a causa delle azioni degli imputati.
Dettagli dell'iniziativa del DOJ
Il nuovo sito web creato dal DOJ invita i titolari di account Bitfinex a presentare dichiarazioni riguardanti l’impatto dell’hacking sulla loro situazione personale. L’obiettivo è raccogliere testimonianze utili in vista della condanna di Ilya Lichtenstein e Heather Morgan, i principali imputati coinvolti nel furto. In un recente documento legale, il Dipartimento ha descritto Bitfinex come l’unica parte idonea a ricevere risarcimenti, non avendo identificato altri individui in grado di essere considerati vittime ai sensi del CVRA.
L'hacking di Bitfinex
L’attacco a Bitfinex ha portato al furto di circa 120.000 Bitcoin, un valore che all’epoca era di circa 72 milioni di dollari, ma che con l’aumento del prezzo del Bitcoin è oggi stimato in circa 9,2 miliardi di dollari. Ilya Lichtenstein, il presunto hacker, avrebbe attuato metodi complessi per riciclare i fondi rubati, sfruttando una rete intricata di transazioni e strumenti di anonimizzazione, tra cui mixer di criptovalute e mercati darknet.
Le conseguenze legali per i imputati
Nei giorni scorsi, i procuratori hanno richiesto una condanna di 18 mesi di carcere per Heather Morgan, nota anche come “Razzlekhan”, mentre Lichtenstein rischia una pena di cinque anni. Morgan sta cercando di ottenere una condanna più leggera in virtù di circostanze attenuanti, mentre la sentenza per Lichtenstein è prevista per il 14 novembre, seguita da quella per Morgan il giorno successivo.
Conclusione
L’iniziativa del DOJ di raccogliere testimonianze sull’attacco informatico a Bitfinex si inserisce in un contesto complesso, in cui minaccia informatica, diritto penale e risarcimento delle vittime si intrecciano. Nonostante l’assenza di un riconoscimento ufficiale delle vittime, il Dipartimento continua a muoversi con cautela, con l’intento di garantire una giustizia più ampia e cercando di capire l’impatto di questo crimine sul pubblico. Resta da vedere come evolverà la situazione e quali saranno le conseguenze per i colpevoli, in un’epoca in cui le criptovalute continuano a rappresentare una frontiera tanto promettente quanto rischiosa.