Gli enti di regolamentazione globali stanno intensificando gli sforzi per affrontare la crescente presenza di Bitcoin nel panorama finanziario mondiale. Recentemente, ricercatori della Federal Reserve Bank di Minneapolis e economisti della Banca Centrale Europea (BCE) hanno proposto misure che vanno da un divieto esplicito a tasse aggiuntive sulla criptovaluta.
La Fed propone il divieto di Bitcoin
Il 17 ottobre, un documento della Federal Reserve Bank di Minneapolis ha suggerito che vietare Bitcoin potrebbe essere una soluzione per aiutare i governi a gestire i deficit di bilancio. Un deficit primario, che si verifica quando le spese superano le entrate, è una preoccupazione crescente per molti stati, con i ricercatori che evidenziano come Bitcoin possa costituire un ostacolo a politiche fiscali più flessibili.
Secondo il rapporto, Bitcoin rappresenta una sfida unica poiché la sua natura decentralizzata limita la capacità dei governi di utilizzare politiche fiscali tradizionali. L’idea di vietare Bitcoin o di implementare tasse su di esso è vista come una potenziale repressione finanziaria che potrebbe alleviare la pressione sulle finanze pubbliche. I ricercatori affermano che tali misure sono necessarie, specialmente quando le opzioni di tassazione convenzionali si rivelano insufficienti.
L'economista della BCE mette in guardia dall'impatto sociale di Bitcoin
Il 20 ottobre, Jürgen Schaaf, un economista della BCE, ha espresso preoccupazioni sul crescente valore di Bitcoin e sull’impatto che questo ha sulla distribuzione della ricchezza. Secondo Schaaf, l’aumento dei prezzi della criptovaluta avvantaggia maggiormente i primi utilizzatori, marginalizzando ritardatari e chi non investe affatto, con conseguenze potenzialmente disastrose per l’equità sociale.
Schaaf ha sottolineato che, mentre i primi investitori vedono aumentare la loro ricchezza, coloro che entrano nel mercato più tardi potrebbero trovarsi in difficoltà finanziare. Questo scenario di accumulo di ricchezza non solo crea divisioni socio-economiche, ma potrebbe anche ridurre il potere d’acquisto generale degli individui, creando un ciclo di impoverimento per chi rimane escluso dall’accesso a Bitcoin.
L'industria delle criptovalute risponde
Le reazioni dalla comunità delle criptovalute non si sono fatte attendere. Molti esperti hanno interpretato le recenti proposte come un attacco diretto a Bitcoin. Matthew Sigel di VanEck ha notato che i documenti provenienti dalla Federal Reserve riflettono un’intensificazione degli sforzi per limitare la criptovaluta.
Nonostante queste preoccupazioni, Sigel ha mantenuto una visione ottimistica sul futuro di Bitcoin, affermando che l’adozione delle criptovalute da parte delle banche centrali rimane una possibilità concreta, supportata da previsioni che vedono Bitcoin crescere esponenzialmente nei prossimi anni.
Anche l’analista Tuur Demeester ha espresso inquietudine rispetto agli sviluppi recenti, avvertendo che le proposte potrebbero portare a regolamenti e tassazioni più severe sulle criptovalute. Secondo lui, l’atteggiamento aggressivo delle autorità suggerisce che vedono Bitcoin come una minaccia esistenziale.
In sintesi, la crescente pressione da parte degli enti di regolamentazione globali potrebbe segnare un momento cruciale per Bitcoin e l’intero ecosistema delle criptovalute. Le proposte per vietare o tassare Bitcoin evidenziano le tensioni tra il sistema fiat tradizionale e le innovazioni finanziarie emergenti che potrebbero ridefinire l’economia globale.