La critica più diffusa nei confronti di Solana è sicuramente la sua bassa decentralizzazione, in contrasto con i principi con cui Satoshi Nakamoto ha creato Bitcoin e che hanno ispirato Vitalik Buterin nello sviluppo di Ethereum, la blockchain che Solana stessa vorrebbe spodestare dal ruolo di leader nella DeFi.

Proprio su questo punto, la società tedesca Unstoppable Finance, creatori del wallet Ultimate, ha affermato che Solana è più decentralizzata di quanto le persone pensino essere.

In un post sul blog ufficiale, Unstoppable Finance espone le sue argomentazioni, citando il conteggio dei validatori attivi della rete blockchain, il coefficiente di Nakamoto e il supporto per l’hardware del validatore, che viene spesso considerato costoso, come ragioni del decentramento della rete.

Guardando i dati, si nota che il conteggio dei validatori di Solana è molto più alto della maggior parte delle altre blockchain, esclusa Ethereum. Inoltre, Unstoppable Finance sottolinea che il coefficiente Nakamoto di Solana, una metrica che misura la distribuzione dei token in staking e il decentramento, è molto più alto di protocolli come Cosmos e Near Protocol.

Infatti, al momento Solana ha 1875 validatori attivi, cresciuti rispetto ai 1000 di un anno fa. Per confronto, bisogna considerare che Binance Smart Chain ne ha 21, Cosmos 175, Polygon 98 e Polkadot 297. Per correttezza, bisogna far presente che Ethereum ha oltre 400 mila validatori attivi.

Per quanto riguarda le critiche secondo cui l’hardware per diventare validatore di Solana è costoso, Unstoppable Finance sostiene che Solana ha già creato un programma di noleggio di server che affronta il problema. Nonostante le argomentazioni a favore della decentralizzazione di Solana, alcuni membri della comunità crypto non sembrano essere convinti che la piattaforma sia realmente decentralizzata.

La critica comune che rimane è la decisione della Fondazione Solana di tenere sotto il proprio controllo una grande porzione di token. L’11% della fornitura iniziale di token è stata assegnata alla fondazione, con un altro 37% sotto il loro controllo tramite il fondo di riserva della comunità.

Nel tempo, i token appena creati verranno emessi agli staker, l’offerta totale di token aumenterà e la percentuale della Fondazione diventerà una porzione più piccola della fornitura di token. Entro il 2027, la Fondazione avrà il 7,7% della fornitura di token, con la riserva comunitaria che rappresenterà il 25,5% del totale.