L’odissea riguardante il passaggio di Ethereum dalla Proof-of-work (PoW) alla Proof-of-stake (PoS) si arricchisce di una nuova tappa, e si tratta dell’ennesimo rinvio.
Tim Beiko, uno degli sviluppatori di Ethereum, ha risposto poche ore fa su Twitter ad un utente che chiedeva aggiornamenti proprio sul passaggio alla modalità PoS, considerata il tassello principale del futuro di Ethereum, soprannominato ETH 2.0.
Beiko ha affermato che il team non riuscirà a terminare i lavori entro Giugno 2022, ma ci vorranno ancora alcuni mesi di sviluppo. La data di Giugno 2022 era stata indicata a Gennaio da Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum. Beiko si è detto comunque sicuro sul fatto che il mining di Ethereum sia arrivato al suo capitolo finale e ha giustificato i ritardi dicendo che è fondamentale che Ethereum 2.0 funzioni perfettamente e non abbia alcun bug, considerando le centinaia di miliardi di dollari investiti nella piattaforma.
In seguito al tweet di Beiko, il team di Flexpool ha rilasciato un comunicato. Per chi non lo sapesse, Flexpool è una mining pool, ovvero una piattaforma che raccoglie migliaia di singoli miner in tutto il mondo e unisce le loro potenze di calcolo per individuare insieme nuovi blocchi di ETH. Secondo Flexpool, il passaggio alla PoS non sarà possibile fino all’inizio del 2023.
Abbiamo esaminato il codice e l’esecuzione dei nodi sui testnet di merge e non crediamo che saranno pronti fino al 2023. Abbiamo in programma di dedicare attivamente i nostri sviluppatori ai testnet di merge una volta che diventeranno pubblici e faremo del nostro meglio per identificare i bug, quindi il merge sarà ulteriormente ritardato. Questo lo rende più sicuro. C’è un incentivo finanziario per tutti i miner e le miking pool per unirsi alle reti di test.
Flexpool, comunicato ufficiale
La PoS aumenterà il valore di Ethereum?
C’è molta attesa (e molta confusione) per quanto riguarda il passaggio di Ethereum alla Proof-of-stake. Il problema principale della blockchain fondata di Vitalik Buterin è infatti l’alto costo delle commissioni dovute per le transazioni sulla rete stessa. Sebbene molti credano che questi costi siano dovuti alla presenza dei miner, in realtà dall’estate 2021 questo non è più vero. Infatti, in seguito all’update denominato “London Fork” rilasciato ad agosto 2021, i miner guadagnano una piccolissima percentuale sulle transazioni. Il resto viene bruciato allo scopo di far aumentare il valore di ETH ed evitare l’inflazione.
L’idea che Ethereum 2.0 sarà veloce e con commissioni basse è infatti un concetto errato, seppur molto diffuso fra la community di investitori. Lo stesso Vitalik Buterin ha più volte affermato che Ethereum necessiterà sempre di soluzioni di secondo livello come Loopring o Polygon.
Il motivo per cui molti investitori attendono Ethereum 2.0 è la possibilità di mettere in stake i propri ETH e guadagnare degli interessi dovuti all’attività di staking. In sostanza, se ora sono i miner a guadagnare, in futuro saranno gli staker. Questo potrebbe indurre molti nuovi investitori ad acquistare ETH al fine di metterli in stake, facendo aumentare il valore del token.
Se però le commissioni di rete resteranno alte, il rischio è che soltanto gli investitori più ricchi avranno accesso allo staking, mentre per i più piccoli non sarà conveniente in quanto i costi delle transazioni annullerebbero i potenziali guadagni ricavati dallo staking stesso.