Nonostante il periodo negativo per le criptovalute, il valore di Bitcoin nelle ultime ore è salito di oltre il 15%, grazie agli acquisti effettuati dai russi che cercano di scappare dalla svalutazione che il Rublo sta avendo in questi giorni.

Giovedì scorso, quando la Russia ha scelto di attaccare l’Ucraina ed entrare nel conflitto riguardante il Donbass che va avanti dal 2014, oltre 1,5 miliardi di rubli sono stati scambiati per Bitcoin, come rivela la società di analisi Kaiko.

La reazione dell’occidente è stata quella di applicare delle sanzioni economiche molto pesanti verso la Russia, che hanno portato il Rublo a perdere il 30% del suo potere d’acquisto in poche ore. Questo ha spinto ancora più cittadini russi ad acquistare Bitcoin al fine di proteggersi dalla svalutazione della loro moneta nazionale.

Molti analisti prevedevano che il governo russo avrebbe sfruttato le criptovalute per sfuggire alle sanzioni, ma al momento non si registrano particolari acquisti da parte governativa, sono piuttosto i normali cittadini che stanno investendo in Bitcoin.

Questa situazione non è passata inosservata a livello internazionale, con il vice ministro ucraino Mykhailo Fedorov che ha chiesto ai maggiori exchange internazionali di bloccare i conti di tutti i cittadini russi.

Una richiesta insensata e palesemente discriminatoria nei confronti di 180 milioni di persone innocenti, tra le quali anche coloro che stanno manifestando contro la guerra e il governo in Russia. Basti pensare che Navalny, il più importante oppositore politico del presidente Putin, dal giugno 2021 viene sostenuto quasi esclusivamente da donazioni in Bitcoin provenienti dall’estero.

La risposta degli exchange

La richiesta del governo ucraino non solo potrebbe essere considerata razzista e discriminatoria, ma prima di colpire Putin andrebbe a colpire proprio i suoi cittadini e persino gli oppositori.

Per queste ragioni, nella giornata di lunedì 28 marzo 2022, i principali exchange hanno risposto a Fedorov che non avrebbero accolto la sua richiesta.

Binance ha affermato che sta “prendendo le misure necessarie per assicurarsi di agire contro coloro a cui sono state imposte sanzioni, riducendo al minimo l’impatto sugli utenti innocenti“.

Jesse Powell, CEO di Kraken, ha dichiarato lunedì su Twitter che la società non può congelare gli account dei clienti russi senza un obbligo legale di farlo.

Powell si è spinto oltre, facendo notare che se dovessero bloccare i conti di tutti i cittadini dei paesi che hanno ingiustamente attaccato e provocato guerre nel mondo, i primi ad essere bloccati sarebbero gli statunitensi. Riferendosi alle decine di guerre e invasioni operate da Stati Uniti e NATO nel corso degli anni, dove però la comunità internazionale non ha mai avuto una reazione di condanna come avvenuto nei confronti della Russia.

La risposta degli exchange deve aver tranquillizzato i cittadini russi, che nelle ore successive si sono ammassati a comprare Bitcoin facendo segnare un ulteriore +15%. Tutto il mercato ha seguito l’andamento positivo scatenato da questa situazione, con praticamente tutte le criptovalute che al momento stanno aumentando di capitalizzazione.