Daniele Franco, il ministro dell’economia del governo Draghi, ha appena firmato un nuovo decreto legge dedicato alle criptovalute.
Il decreto prevede l’obbligo, per tutti gli exchange e operatori crypto, di iscriversi ad un registro che sarà gestito dall’Oam, l’organismo degli agenti e dei mediatori creditizi. Gli exchange come Binance e Coinbase saranno quindi trattati similmente ai money transfer (come Western Union) e dovranno registrare le transazioni, i saldi, i dati di tutti gli investitori.
L’Oam dovrà anche collaborare con le autorità di vigilanza, con la Guardia di Finanza, con la polizia valutaria e con l’Antimafia e Antiterrorismo fornendo ogni informazione e documentazione detenuta su qualsiasi cliente italiano.
Gli exchange dovranno fornire ogni 3 mesi un resoconto che comprenderà il controvalore in Euro, alla data dell’ultimo giorno del trimestre di riferimento, del saldo totale dei wallet Fiat e crypto, il numero e il controvalore complessivo in Euro delle operazioni di conversione da Euro a crypto e viceversa e il numero delle operazioni di trasferimento di valuta in uscita e in ingresso l’exchange.
Riassumendo, lo Stato scoprirà tutti i conti sugli exchange dei cittadini italiani e tutte le operazioni effettuate (acquisto, conversione, vendita).
Quali exchange aderiranno?
Secondo il decreto, dovranno aderire tutti gli exchange con sede in Italia oppure con sede all’estero ma che offrono il servizio ai clienti italiani. La discriminante per determinare se un servizio è offerto agli italiani o meno sarà la presenza della lingua italiana.
Chi non si adeguerà entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto, rischierà dei provvedimenti che potrebbero portare all’oscuramento del sito in Italia, come successo a Gate.io poco tempo fa.
Nonostante l’oscuramento riguardi solo i DNS italiani e quindi è facilmente aggirabile usando DNS internazionali come quelli di Google, comunque sarebbe un grosso limite soprattutto per eventuali nuovi clienti o utenti tecnologicamente poco esperti.
Viene quindi da immaginare che grossi exchange come Crypto.com e Coinbase, da sempre in prima linea per il rispetto delle normative, si adegueranno il prima possibile. Probabile anche un’adesione da parte di Binance, nonostante le sue difficoltà mostrate in passato nell’essere compliant alle normative di molti paesi tra cui l’Italia stessa.
Discorso diverso per exchange come FTX Pro, CoinEx oppure piattaforme di lending come Nexo, BlockFi e Celsius. Questi servizi non hanno sede in Italia e non hanno una versione dei loro siti in italiano, ma soltanto in inglese. Alcuni di questi non offrono nemmeno la possibilità di visualizzare il bilancio del proprio conto in Euro, ma soltanto in Dollari. Ne consegue che non dovrebbero essere considerati servizi per clienti italiani e quindi potrebbero non aderire senza rischiare provvedimenti.
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