Il servizio di monitoraggio finanziario russo ha commissionato la creazione di un sistema in grado di tracciare criptovalute come Bitcoin, consentendo a Mosca di analizzare il comportamento dei partecipanti al mercato e identificare potenzialmente gli utenti.

È quanto afferma il quotidiano economico moscovita RBK, che ha anche rivelato che il servizio di tracciamento sarà creato da una sussidiaria di SberBank, la più grande società di servizi bancari e finanziari del Paese. La notizia è stata riportata anche dal popolare sito di informazione Russia Today.

Come da documentazione di gara, il servizio sarà in grado di fornire dati sul valore di un portafoglio di criptovalute, oltre a tenere traccia delle transazioni.

Il servizio di monitoraggio governativo, Rosfinmonitoring, prevede di utilizzarlo per seguire le blockchain delle criptovalute e analizzare il comportamento, consentendo all’agenzia di creare un database di portafogli di crypto associati ad attività illegali e finanziamento del terrorismo.

Un caratteristica delle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum è che la loro blockchain è pubblica, il che significa che chiunque può vedere ogni singola transazione effettuata. Questa feature è spesso non conosciuta dai novizi del mondo crypto, che anzi credono che le criptovalute siano del tutto anonime. Tuttavia, il denaro viene inviato a una stringa anonima di lettere e numeri, rendendo difficile l’identificazione del proprietario di ciascun portafoglio di criptovaluta. L’esperto della Moscow Digital School Yefim Kazantsev ha dichiarato a RBK che, a suo avviso, il sistema di monitoraggio Rosfin proposto sarà volto a individuare le identità dei proprietari dei conti sulle blockchain più importanti.

Con la crescita della popolarità delle criptovalute, il governo russo ritiene che le crypto vengano utilizzate sempre di più per riciclare guadagni di operazioni illegali, oppure come mezzi di pagamento per evitare le tasse. Tuttavia, nell’agosto del 2020, il presidente Vladimir Putin ha firmato una legge che consente ai russi di acquistare e vendere risorse digitali, spostando il mercato fuori da una cosiddetta “zona grigia” nel diritto finanziario. Tuttavia, le imprese nel paese non possono accettare pagamenti in criptovalute alla pari del rublo, poiché non sono conteggiate come moneta a corso legale.