I legislatori iraniani hanno recentemente redatto un disegno di legge per supportare le attività di mining di criptovalute e sostenere l’organizzazione del mercato interno per gli exchange.

Tuttavia, questa regolamentazione non deve essere confusa con una liberalizzazione, quanto piuttosto come un tentativo da parte del governo iraniano di controllare Bitcoin e il mercato delle crypto.

Il piano prevede di rendere la Banca centrale dell’Iran il principale organismo di regolamentazione per quanto riguarda lo scambio nazionale di criptovalute entro tre mesi. Ciò include piani per vietare lo scambio di qualsiasi criptovaluta all’interno del paese, oltre a quella nazionale, come mezzo di pagamento. Una sezione particolarmente interessante del disegno di legge afferma che i miner di criptovalute nazionali saranno controllati dal Ministero dell’Industria. Ai miner deve essere concessa una licenza dal ministero per operare, così come una licenza dal ministero dell’Energia per costruire centrali elettriche necessarie per eseguire le loro operazioni, che nei mesi scorsi hanno causato dei blackout prosciugando le città della loro fornitura di energia elettrica.

La crypto iraniana

Come la Cina, l’Iran è su un percorso simile per sostituire le criptovalute con un CBDC come lo yuan digitale.

Una tale valuta darebbe ai governi autoritari una maggiore sorveglianza e controllo del denaro dei loro cittadini, il che è antitetico al valore della “decentralizzazione” che detiene la maggior parte degli appassionati di criptovalute, compresi gli utenti di Bitcoin.

Il mese scorso, il governo iraniano ha sequestrato 7000 ASIC Miner da una mining farm di Bitcoin e Litecoin. Ciò è in linea con un divieto temporaneo che l’Iran ha emesso sul mining di criptovalute a fine maggio in risposta ai blackout di energia elettrica nel paese. Il divieto vale anche per i privati cittadini che effettuano mining nelle loro abitazioni ed è destinato a durare fino a settembre del 2021.

Prima di questo, l’Iran era considerato un hotspot per le operazioni di mining grazie alla sua fornitura di elettricità relativamente economica. Secondo le ultime stime, circa il 4% dei Bitcoin prodotti ogni giorno, proviene dall’Iran.