Silvio Micali, il fondatore di Algorand, ha rilasciato una lunga intervista al canale Youtube di Marco Montemagno.

In oltre un’ora di discussione, sono stati trattati molti tepi importanti sul mondo delle criptovalute, tra i quali la sicurezza, i sistemi PoW e PoS e ovviamente Algorand.

Partendo da Bitcoin e dal suo sistema di Proof-of-Work, Micali ha spiegato che la sua blockchain non può considerarsi decentralizzata in quanto 2 mining pool ne controllano da sole il 50%. L’idea iniziale era quella che ogni blocco potesse essere validato dal primo in grado di decodificarlo, permettendo quindi a tutti di partecipare. Ormai, però, la difficoltà è salita talmente in alto che i normali computer non sono in grado di compiere queste operazioni, che vengono invece effettuate da macchine specializzate, chiamate ASIC miner, che costano migliaia di dollari. Di conseguenza, la blockchain di Bitcoin è in mano a poche persone che possiedono queste attrezzature professionali, tagliando fuori i normali utenti che devono sottostare alle decisioni prese dai miner.

Il delegate Proof-of-Stake, cioè quello utilizzato dalla Smart Chain di Binance, garantisce un certo livello di decentralizzazione in quanto ci sono 21 delegati che validano le transazioni, ma non si può considerare una blockchain decentralizzata se soltanto 21 entità possono prendere decisioni per milioni di utenti. Una situazione simile all’oligarchia.

Fino all’avvento di Algorand, si pensava che una blockchain realmente decentralizzata non fosse possibile. Micali ha ricordato il “trilemma” inventato da Buterin, il fondatore di Ethereum, secondo cui non era possibile realizzare una blockchain che avesse tutte e 3 le seguenti caratteristiche: sicurezza, decentralizzazione, scalabilità. Considerando che non si può rinunciare a sicurezza e scalabilità, molte blockchain finiscono per essere non realmente decentralizzate.

Entro la fine del 2022 è previsto ETH 2.0, il passaggio di Ethereum dal PoW al PoS. Secondo Micali, questa soluzione non renderà comunque Ethereum sufficientemente decentralizzata, in quanto la capacità decisionale di ogni individuo verrà calcolata in base a quanti ETH verranno messe in Stake. Banalmente, i pochi ricchi con grandi quantità di ETH saranno responsabili dell’interno network. Una situazione in parte migliore rispetto al delegate PoS di BNB, ma comunque non necessariamente decentralizzata.

I vantaggi di Algorand

Algorand propone una Proof of Stake democratica. Un blocco viene prodotto in meno di 5 secondi e viene validato da 1000 validatori scelti casualmente fra tutti i possessori di Algo, la moneta di Algorand. Ad ogni blocco, vengono selezionati diversi 1000 token. Non sono necessari computer particolari e chiunque possiede Algo è potenzialmente un validatore. Questa totale casualità garantisce l’impossibilità di accordi fra eventuali personaggi che volessero attaccare la rete. Se sulla rete di Bitcoin le più grosse mining pool potrebbero decidere in qualsiasi momento di cambiare il funzionamento della blockchain, in Algorand questo è di conseguenza impossibile in quanto nessuno potrebbe accordarsi per ottenere la maggioranza.

Per quanto riguarda la scalabilità, Micali fa un semplice confronto con il più famoso Bitcoin. Nella bockchain di BTC, ci vogliono circa 10 minuti per produrre un nuovo blocco. In Algorand ci vogliono al momento 4,5 secondi ed entro settembre questo tempo si ridurrà addirittura a 3 secondi.

Micali riconosce l’importanza di BTC come pioniere delle criptovalute, e anche come Store of Value. Di fatti, non è necessaria una blockchain particolarmente veloce se la moneta viene utilizzata come bene rifugio o di investimento, come oggi viene utilizzato Bitcoin. Algorand invece propone una moneta che possa essere utilizzata tutti i giorni, per qualsiasi acquisto. Ne consegue che le transazioni debbano essere necessariamente veloci, ed effettivamente è possibile inviare Algo in pochi secondi, mentre per Bitcoin sono necessarie anche delle ore.

Legato al problema della velocità delle transazioni, c’è anche il costo di queste. Inviare BTC può costare cifre importanti, in alcuni casi anche centinaia di euro. Le transazioni in Algorand invece hanno costi irrisori, inferiori al centesimo di euro, che rendono questo network perfetto per essere utilizzato anche per gli acquisti di tutti i giorni.

Infine, Micali ha anche annunciato che Cardano, la blockchain fondata da Charles Hoskinson, è interessata ad integrare il sistema di validazione delle transazioni inventato da Algorand. Micali ha definito Hoskinson un amico e si è detto pronto a collaborare. A suo parere, non ci sarà una sola blockchain che controllerà il mercato, ma ci sarà spazio per diversi attori non necessariamente in competizione fra loro.

Nell’intervista, Silvio Micali ha parlato con Montemagno anche di altri temi molto importanti, come gli smart contract, la differenza fra la Algorand Foundation e l’Algorand Inc. e la scelta di essere carbon negative, una caratteristica molto importante in questo periodo dove c’è molta attenzione all’ambiente, e Bitcoin è stato criticato molto per l’inquinamento dato dal suo mining.