La Mongolia Interna, provincia cinese tra i principali hub mondiali di mining di Bitcoin, ha appena emanato delle nuove misure per eliminare le attività di mining delle criptovalute. La Commissione provinciale per lo sviluppo ha pubblicato la prima proposta più concreta appena quattro giorni dopo gli indirizzi emersi in un comitato del Consiglio di Stato, il governo centrale cinese, che ha sollevato la necessità del giro di vite su commercio e mining di Bitcoin a tutela della stabilità finanziaria.
La proposta è ora sottoposta al processo di consultazione pubblica fino al primo giugno: poi entrerà in vigore.
Al momento il ban sarebbe limitato alla Mongolia e non a tutta la Cina, ma è probabile che le altre regioni si adegueranno a breve in quanto il governo cinese si è già dichiarato ostile al mining di cryptovalute.